Il contratto di management lega l’artista a un manager o a un’agenzia di management che si occupa di gestire complessivamente le sue attività amministrative, commerciali, previdenziali e negoziali con lo scopo di valorizzarne la crescita professionale ed economica.
Il manager si occupa quindi di supportare l’artista in tutte le forme possibili. A fronte di questo incarico, percepisce una percentuale variabile tra il 15 e il 30 per cento dei ricavi lordi da lui generati per l’artista.
Il rapporto tra artista e manager è di tipo “fiduciario” e può essere:
- Senza rappresentanza: il manager agisce per conto dell’artista, ma è sempre quest’ultimo a dover sottoscrivere personalmente ogni impegno
- Con rappresentanza: il manager può firmare contratti in nome e per conto dell’artista
Importante poi è anche l’esclusiva: un artista non può avere due manager, mentre un manager in genere può servire più di un artista. In un contratto di management è ovvio quindi che il musicista dovrà impegnarsi a non affidare ad altri soggetti incarichi analoghi a quelli concessi al suo manager. In caso di opportunità autonomamente sviluppate dall’artista, quest’ultimo dovrà astenersi dal negoziare in via autonoma i relativi contratti senza coinvolgere il suo manager.
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Questo articolo è estratto da La Musica Attuale – come costruire la tua carriera musicale nell’era del digitale, di Massimo Bonelli.