Non è facile capire di cosa si occupi realmente un manager musicale, e spesso questo è un ruolo soggetto ad interpretazioni personali. Questa quella di Antonio Gno Sarubbi, Mr. Maciste Dischi.
Ad essere onesto conoscevo davvero poco di questo lavoro quando ho iniziato, sul finire del 2014. Amavo la musica nella stessa maniera di ora, ma tutto ciò che ho imparato è il risultato di incontri preziosi, errori sul campo e sgambetti ricevuti, anche belli pesanti. Ho iniziato da zero e non mi immaginavo niente ma avevo fin da subito la convinzione che sarebbe diventato il totalizzante lavoro della mia vita, perché non l'ho mai preso come hobby o divertissement. Le difficoltà devo dire che sono molte, i linguaggi cambiano di continuo e in 3 anni è cambiato tutto.
Elenco le prime grandi differenze che mi vengono in mente rispetto al mondo musicale del 2014. Allora "più era strano più era bello", ora l'obiettivo sembra esser sempre più quello di far cantare il pubblico, al di là di tutto. Allora si parlava di crisi del disco e di Itunes che uccideva l'oggetto cd, adesso si parla di playlist Spotify in cui entrare e di Spotify che ha ucciso Itunes. Allora non era ancora chiarissima la mappa delle etichette indipendenti italiane (con qualche eccezione), adesso il pubblico mi pare molto accorto e interessato anche alle dinamiche di "gossip indie" degli artisti e agli sviluppi discografici e manageriali che ruotano attorno. Allora si parlava di Facebook come fondamentale, adesso se non hai Instagram non esisti. All'epoca se non ricordo male, "Pop" iniziava a non essere più una parolaccia, ora per la maggior parte è un'ambizione ancor prima che un'attitudine.
Tutto cambia, tutto corre, tutto torna, mi sembra passato un secolo ma è soltanto l'altro ieri !
