È la nostra rubrica dedicata al diritto d’autore: in questa puntata Andrea Marco Ricci, il presidente di notelegali.it, ci spiega in parole semplici un nuovo argomento accompagnato dai disegni di Quasirosso.

L’atto di creare una cosa che non esiste è un atto massimo, quasi divino. Possiamo dire che un’opera sia come la “figlia” di un autore: ha come nome il titolo che le è stato dato e come cognome il cognome del “papà” (nella musica il compositore).
Ora, da quando un’opera ottiene la tutela del diritto d’autore? Da quando è nata, cioè nel momento in cui esce dalla testa dell’autore ed entra nel mondo, come quasi un parto, se mi è permesso. Quello è il momento della creazione e dell’inizio della tutela, non vi sono formalità costitutive, si dice.
Ora, da quando un’opera ottiene la tutela del diritto d’autore? Da quando è nata, cioè nel momento in cui esce dalla testa dell’autore ed entra nel mondo, come quasi un parto, se mi è permesso. Quello è il momento della creazione e dell’inizio della tutela, non vi sono formalità costitutive, si dice.
Come per i genitori che vanno all’anagrafe solo per comunicare il nome scelto della figlia, così le prove di tempo legalmente certe o i depositi non fanno nascere il diritto, ma lo rafforzano, fanno sì che l’autore si tuteli se qualcuno, nel frattempo, spaccia l’opera come sua. Bene sempre premunirsi di una prova di tempo certa, sia essa il deposito in SIAE o la marcatura temporale, ma prima di tutto, sarà indispensabile indicare in tutti gli utilizzi nome e cognome di questa figliola.
Avete mai visto un quadro senza sigla? Sì? È un orfanello allora!
Avete mai visto un quadro senza sigla? Sì? È un orfanello allora!
